Leggere al caminetto | La più amata di Teresa Ciabatti & Risposta nella polvere di Rosamond Lehmann

Leggere al caminetto | “La più amata” di Teresa Ciabatti & “Risposta nella polvere” di Rosamond Lehmann

L’idea del gruppo di lettura “Leggere al Caminetto” nasce nel 2016, dalla voglia di un gruppo di soci dell’S.M.S. Serpiolle di condividere la loro passione per la lettura e l’arte. Ogni mese il gruppo si ritrova per parlare e discutere dei libri e dei temi scelti.

Ore 20.45 | “Il Caffè di Marco” – Curiosità dal mondo dell’arte

Ore 21.30 | Leggere al caminetto – Letture e discussioni sul libro del mese

 

“La più amata” di Teresa Ciabatti

Finalista al Premio Strega 2017
Presentato da Stefano Bartezzaghi e Edoardo Nesi

Leggere al caminetto | La più amata di Teresa Ciabatti & Risposta nella polvere di Rosamond LehmannUn’autofiction sincera, feroce, perturbante, che nasce dall’urgenza di fare i conti con un’infanzia felice bruscamente interrotta.

“Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quattro anni, e sono la figlia, la gioia, l’orgoglio, l’amore del Professore.” Il Professore – un inchino in segno di gratitudine e rispetto – è Lorenzo Ciabatti, primario dell’ospedale di Orbetello. Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in America, rinunciando a incarichi più prestigiosi, perché è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice, un santo. Tutti lo amano, tutti lo temono, e Teresa è la sua figlia adorata. È lei la bambina speciale che fa il bagno nella smisurata piscina della villa al Pozzarello, che costruisce un castello d’oro per le sue Barbie coi 23 lingotti trovati in uno dei cassetti del padre. Teresa: l’unica a cui il Professore consente di indossare l’anello con lo zaffiro da cui non si separa mai. L’anello dell’Università Americana, dice lui. L’anello del potere, bisbigliano alcuni – medici, infermieri e gente del paese: il Professore è un uomo potente. Teresa che dall’infanzia scivola nell’adolescenza, e si rende conto che la benevolenza che il mondo le riserva è un effetto collaterale del servilismo nei confronti del padre. La bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente? Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo, e si ritrova immersa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive. Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato. E questa stessa contrarietà della verità a mostrare un solo volto Teresa la ritrova quando si mette a scrivere, ossessivamente prova a capire, ad aggrapparsi a un bandolo e risalire alle risposte. Esagerazione, mitomania, oppure semplici constatazioni? Con una scrittura densa, nervosa, lacerante, che affonda nella materia incandescente del vissuto e la restituisce con autenticità illuminandone gli aspetti più ambigui, Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un’intera epoca. Un’autofiction sincera, feroce, perturbante, che nasce dall’urgenza di fare i conti con un’infanzia felice bruscamente interrotta.

 

“Risposta nella polvere” di Rosamond Lehmann

risposte nella polvereJudith Earle conduce una vita ritirata nella sua casa di campagna, in una condizione di agiatezza che le permette di non pensare ad altro che a sé. Nessun dovere e nessuna preoccupazione interrompono i suoi vagabondaggi nel giardino, i suoi sogni a occhi aperti. A risvegliarla saltuariamente non c’è che l’arrivo, nella villa accanto, dei cugini Fyfe: quattro maschi e una femmina con cui, sin dall’infanzia, Judith intesse un rapporto discontinuo, a tratti ambiguo, sempre intenso. Di ciascuno Judith sogna, per ciascuno Judith soffre. Gli studi a Cambridge e l’amicizia appassionata di Jennifer, la ragazza più popolare del college, la distoglieranno per un po’ dai Fyfe; ma nulla le renderà più semplice e lineare – anzi – il duro lavoro di diventare adulta. Introduzione di Jonathan Coe. Postfazione di Anna Nadotti.

 

Leggere al caminetto è il gruppo letture della SMS Serpiolle.
Puoi venire agli eventi ed entrare a far parte del gruppo: ti basterà essere informato/a sull’argomento del libro del mese (la lettura del libro è consigliata ma facoltativa) e partecipare alla discussione.

Leggere al caminetto |”Karibu” di Cristina Fazzia e Lidia Tilotta

L’idea del gruppo di lettura “Leggere al Caminetto” nasce nel 2016, dalla voglia di un gruppo di soci dell’S.M.S. Serpiolle di condividere la loro passione per la lettura e l’arte. Ogni mese il gruppo si ritrova per parlare e discutere dei libri e dei temi scelti.

Ore 20.45 | “Il Caffè di Marco” – Curiosità dal mondo dell’arte

Ore 21.30 | Leggere al caminetto – Letture e discussioni sul libro del mese

 

“Karibu” di Cristina Fazzia e Lidia Tilotta

La vita straordinaria e il lavoro di Cristina Fazzi, mamma, medico, donna fuori dal comune, sospinta da una forza incredibile. Lasciata Enna nel 2000 per trasferirsi momentaneamente nello Zambia, Cristina sarebbe dovuta rientrare in Italia dopo sei mesi, invece non è più tornata e da allora ha realizzato progetti impensabili in un’area vastissima del Paese, portando medicinali, vaccinando e visitando decine di migliaia di bambini; realizzando pozzi e strutture sanitarie; lottando contro la malnutrizione; scontrandosi con pregiudizi e superstizioni per combattere l’ignoranza e malattie come l’Aids. È la storia, la sua, di una battaglia senza sosta contro miseria e ingiustizia e per l’affermazione di un nuovo modello di sviluppo che ripensi totalmente i rapporti di forza internazionali. Ma anche la vicenda di una donna che da single si è battuta e ha vinto perché l’Italia riconoscesse l’adozione zambiana di suo figlio Joseph. E di figli, in affido perché non adottabili, oggi ne ha altri sette. “Non avrei mai immaginato di partire per lo Zambia. Non ho mai avuto lo spirito missionario. Non nel senso comune del termine. O meglio, consideravo il mio lavoro una missione perché l’ammalato, colui che soffre, ha bisogno di aiuto ovunque si trovi. Sono una gran fifona e l’idea di dover andare in un Paese descritto come pieno di pericoli non mi sfiorava nemmeno, non mi era mai balenata neanche nell’anticamera del cervello. A volte, però, il caso cambia il nostro percorso, il nostro destino. E così è stato”. “In tutti questi anni sono venuti a trovarmi tanti amici. Vogliono capire, toccare con mano ciò che faccio, e vogliono anche dare un aiuto, per ciò che sanno e per ciò che possono. È una cosa che rafforza il filo rosso che lega il mio lavoro qui alla percezione che ne ha chi vive lontano da qui. Ma è anche e soprattutto un conforto. Mi aiuta a credere che non sono considerata una pazza visionaria rinchiusa in una bolla ma un frammento di un puzzle animato molto più grande”.

 

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sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa di michela marzano

Leggere al caminetto | “Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa” di Michela Marzano

L’idea del gruppo di lettura “Leggere al Caminetto” nasce nel 2016, dalla voglia di un gruppo di soci dell’S.M.S. Serpiolle di condividere la loro passione per la lettura e l’arte. Ogni mese il gruppo si ritrova per parlare e discutere dei libri e dei temi scelti.

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“Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa” di Michela Marzano

Ci sono stati periodi in cui Anna ci ha creduto, alla parità. Quella che va oltre le apparenze, “che premia indipendentemente dal genere, quella cui non interessa se sei truccata e come c’hai le gambe, e mette sullo stesso piano maschi e femmine”. Poi, però, come molte bambine e ragazze, puntualmente precipitava in quel bisogno, sempre lo stesso: essere vista, sentirsi preziosa. E, di fronte agli sguardi, alle mani, alle parole degli uomini, non riusciva a fare altro che cedere – spazio, voce, pezzi di sé. Abdicare al proprio corpo fino a sparire: come quella volta sul palco, lei che sognava di fare l’attrice e non riusciva a muovere un muscolo, divisa tra il desiderio di mostrarsi e il terrore di farlo davvero. Anche adesso, che lavora in radio e insegna in un master di giornalismo, l’istinto di ritrarsi per compiacere non l’abbandona mai del tutto. Poi, con i suoi studenti, si trova a discutere l’eredità del #MeToo a cinque anni dalla sua esplosione: da una parte loro, ventenni che scoprono la sessualità, dall’altra lei che ripensa al passato, a tutte le volte che ha ceduto. Quante sfumature diamo alla parola “consenso”? Quando possiamo essere sicuri che un “sì” non nasconda un’esitazione? Anna cerca colpevoli, ma non è sicura di potersi definire una vittima. Avrà bisogno di perdonare se stessa, guardandosi dentro con coraggio e onestà, per riuscire ad accettarsi e ad andare avanti. Michela Marzano invita lettori e lettrici a ragionare insieme con la curiosità e l’intelligenza che contraddistinguono la sua scrittura, in un romanzo che riflette sulle zone grigie e sull’ambiguità del rapporto che abbiamo con gli altri e con il nostro corpo.

 

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Leggere al caminetto | Le nove vita di Rosa Napolitano di Donna Freitos Una donna. Una scelta. Nove sentieri di fronte a lei.

Leggere al caminetto | “Le nove vite di Rosa Napolitano” di Donna Freitos

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“Le nove vite di Rosa Napolitano” di Donna Freitos

Una donna. Una scelta. Nove sentieri di fronte a lei.

Scena numero uno. Tra Rose e Luke il litigio scoppia in camera da letto, davanti a un flacone di vitamine prenatali. Lei aveva promesso di prenderle, e non l’ha fatto; lui aveva sempre pensato di non volere figli, e ha cambiato idea. La decisione di non essere genitori sosteneva, come un pilastro portante, tutta la loro vita insieme. E ora il matrimonio è bloccato, in arresto davanti a una semplice domanda: sarà capace Rose, brillante docente di sociologia, innamorata del suo lavoro, di ripensare se stessa? Scena numero due. Stesso litigio, stesso flacone pieno di vitamine. Ma stavolta Rose prova a mettere in discussione la sua idea di futuro, apre a un ripensamento. Forse, in fin dei conti, potrebbe reimmaginarsi come madre? Desiderare una vita diversa da quella che ha sempre sognato e pianificato? Questo esercizio di fantasia, qui succede nove volte. E quelle che incontriamo sono nove vite diverse. E nove affascinanti ipotesi di donna. Tutte possibili, ognuna il frutto di una scelta diversa. Romanzo commovente e provocante sulle tante facce che può prendere l’amore, Le nove vite di Rose Napolitano è anche un atto di coraggio che esplora, con onestà disarmante, i misteri della maternità, del tradimento e della rinascita. È un viaggio intelligente e pieno di emozione alla scoperta di cosa significhi aprirsi, con rabbia o con fiducia, al cambiamento. E stare a vedere l’effetto che fa.

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dare la vita murgia

Leggere al caminetto | “Dare la vita” di Michela Murgia

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“Dare la vita” di Michela Murgia

Pagine straordinarie che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all’altrə non riduce ma amplifica l’amore.

«Quello che Murgia mette in atto in queste centoventotto pagine è un magistrale esercizio di ars maieutica, con il quale si propone e ci propone di “interrogare fecondamente” le cose, al fine di generare, o meglio dare vita, a coscienze libere in grado di spaziare oltre i confini imposti dall’alto e che trovino nell’Altro la possibilità di un dialogo aperto e sempre inclusivo.» – Elsa Manes per Maremosso

Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue.

 

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